Visita di studio: Marocco

Edizione 2024
LUOGO:

Marocco


PERIODO:

4-13 Ottobre

RESOCONTO DELLA VISITA DI STUDIO

4-13 Ottobre 2024

con Giorgio Gigliotti

Colori, colori e ancora colori in questo nostro viaggio in Marocco, e naturalmente odori e sapori (di spezie soprattutto!)
Se con Giorgio Gigliotti -che purtroppo abbiamo avuto il piacere di avere con noi questa volta solo per pochi giorni- il buongiorno mattutino in Tunisia era “ che il nostro giorno sia datteri e miele”, questa volta con Rachid, la nostra guida, il saluto mattutino era “Salam li kum “,scritto così come lo sento pronunciare poiché non conosco l’arabo, “la pace sia con voi ”. E la risposta è “Kum li Salam”, una conferma: “ con voi sia la pace”
E mai come in questo periodo poteva esserci espressione più appropriata per iniziare la nostra giornata, di solito bombardata da notizie al telegiornale tanto feroci e inquietanti come quelle delle guerre in atto.
Colori delle spezie nei souk, dei cibi nei mercatini, ma soprattutto i colori della natura, la sabbia dorata del deserto, il colore rosato delle case di argilla, il verde dei palmiti, il beige intenso delle rocce, l’azzurro del cielo con tutte le sfumature del tramonto, giallo, arancione, rosa e poi azzurro. E blu, visto che siamo tornai nelle jeep al buio della sera.
La nostra passeggiata sul dromedario sulle dune con la sosta per ammirare il tramonto è sicuramente fra le cose più suggestive di questo nostro viaggio, tra l’euforia dettata dalla percezione della bellezza che ti assale perché è un’emozione sempre nuova -anche se l’hai già vissuta altre volte- e la voglia di silenzio e di rapporto intimo con te stesso. L’ ammirazione della grandezza della natura si rafforza nella maestosità dell’immagine del deserto con quei colori intensi che restano nella mente di ciascuno per giorni e giorni e diventano un tutt’uno con la nostra anima.
Ma non è tutto. Il deserto è sicuramente l’esperienza più stupefacente, di impatto più forte, ma la varietà di paesaggi che abbiamo incontrato in questo nostro percorso, è ugualmente coinvolgente: dal deserto alle montagne del MedioAtlante, dalle rocce alla vegetazione della piccola Svizzera, con tanto verde inimmaginabile in un paese come il Marocco, dalle dune alle foreste di cedri, dalle oasi alle abitazioni povere in argilla, e poi le gole del Todra nella zona di Tinghir, tutto è stato straordinario.
Passando con il pullman davanti a queste case in argilla in cui ti sembra di vivere “ in the middle of nowhere” ti assalgono mille pensieri. Difficile immaginare come possano vivere queste persone. Sedute per terra nel tardo pomeriggio davanti alle loro case a guardare la natura, aspettando il tramonto: cosa fanno, cosa pensano, cosa attendono. Sarebbe affascinante capire i loro pensieri così distanti da quelli di noi occidentali.
Ciò che colpisce rispetto al viaggio in Tunisia, è questa somiglianza tra i due paesi, anche se in Marocco tutto mi sembra più accentuato, più estremo. La povertà, l’elemosina chiesta per le strade, i vucumpra’ ossessivi, la confusione nel souk, i rumori, gli sguardi delle persone, le parole pronunciate ora in arabo, ora in francese, ora in inglese, sempre per spingerti a comprare. Noi fotografiamo luoghi e persone che ci sembrano folkloristici, ma chissà come ci vedono loro… magari folkloristici anche noi siamo ai loro occhi, sempre vestiti in modo impeccabile ed elegante, oltre che ad apparire benestanti europei a cui nulla è negato. E arriviamo qui con le nostre curiosità, un po’ dispiaciuti nel vedere tanta miseria e continuiamo a comprare ricordini, souvenir, per lo più cose inutili, ma che forse possono aiutarli almeno un po’ nel loro commercio. D’altronde cos’altro potremmo fare?
Parlando con la gente del luogo, con i giovani principalmente, si nota che prevale l’uso del l’inglese ormai, forse perché i giovani sono più inclini ad un’apertura verso il turismo e verso il mondo del lavoro in senso più internazionale. Comunque il Marocco sta cambiando, in termini di progressismo, speriamo che non si occidentalizzi troppo e che preservi quelle sue peculiarità che lo rendono così speciale.
D’altronde l’Africa potrà mai perdere il suo fascino dopo tutte queste meravigliose immagini ormai scolpite nella nostra mente che ci portiamo dentro dopo questo viaggio ?

Patrizia Ripa